Cap. VIII. Il saggio illustra l’intero impianto comunicativo del leader comunista, dagli espedienti retorici utilizzati sapientemente nei comizi e nelle pubblicazioni ancora nel ’48. Il suo linguaggio attento e pudico, tanto da fargli guadagnare l’appellativo di “sardo muto”, si trasformava in frasi ad effetto e parole sensazionali (nel senso più etimologico del termine), sicuramente in anticipo sui tempi. Pur conservando in linea di massima un lessico tendenzialmente classico (né era possibile fare diversamente nel periodo pre-Tangentopoli), rifiuta la gestualità teatrale e drammaturgica di Togliatti e la retorica dura e diretta di Longo, per proporre il suo stile: quello che già nel ’44 venne riconosciuto come un misto di distacco e sincerità. Poco esortativo rispetto ai suoi contemporanei, spicca però per un uso appassionato dell’anafora, figura retorica oggi usatissima da Obama e i più grandi comunicatori politici del mondo. Non è allora un caso che anche oggi Berlinguer sia forse il leader di sinistra più citato nei social network.
Il volume affronta da diverse prospettive, con punti di vista inediti e trasversali, la storia di Enrico Berlinguer per restituire l’immagine da leader e umana di un personaggio cardine della storia politica dell’Italia contemporanea.
Il saggio raccoglie i contributi di studiosi italiani e protagonisti della vita politica e sociale come Pietro Folena, Giovanni Fasanella, Fulvio Salimbeni, Nicola Tranfaglia, Leonardo Raito, Miro Renzaglia, Luciano Lanna, Dario Mattiussi, Mirko Bortolusso, Noel Sidran, Marco Gervasoni, Paolo Sardos Albertini, Andrea Colombo e Michele Mognato