in Decodifice Criminali. Saggi su illegalità e comunicazione (a cura di) Cava A. Nucera S.
Si intende qui fornire un’analisi su come la rappresentazione mediatica del linguaggio mafioso sia diventata di fatto una narrazione e come questa abbia influito nella formazione dell’opinione pubblica sull’incidenza della criminalità organizzata nella società italiana. Non è nostra intenzione addentrarci in uno studio della semantica del linguaggio mafioso e della sua rilevanza giuridica, quanto piuttosto evidenziare come gli strumenti di comunicazione utilizzati all’interno dei clan siano diventati oggetto di una rappresentazione che ha assottigliato il confine tra la realtà e la sua rappresentazione, laddove la realtà, attraverso la rappresentazione dei media, viene plasmata addirittura determinata dai media, come sostiene Baudrillard (in Giddens, Sutton, 2013, p. 285). Si dà così vita ad una iperrealtà iperrealtà, “un mondo in cui il garante ultimo dell’autenticità e della realtà è per l’appunto il passaggio in televisione o negli altri media, che rende quel mondo «più reale del reale»” (Ibidem).....