“In un momento storico segnato da una divaricazione grave e preoccupante tra principi costituzionali e pratiche politiche che non rispettano la dignità e le esigenze dei cittadini e degradano la partecipazione popolare a strumento di un consenso sempre più manipolato, l’assemblea auspica l’assunzione di comportamenti all’altezza di un’etica pubblica consapevole del bene comune; si pronuncia inoltre a favore di riforme incisive – a partire dalle stesse procedure di elezione delle rappresentanze parlamentari – in grado di garantire e promuovere l’esercizio di una cittadinanza attiva e inclusiva.
I componenti dell’assemblea si impegnano pertanto a diffondere lo spirito di rigenerazione democratica e ad adoperarsi, sia come docenti sia come cittadini, nella traduzione efficace, in azioni coerenti e responsabili, dei principi personalisti e comunitari che animano la nostra Costituzione”.
Poche righe del Comitato scientifico del Centro di Studi Filosofici di Gallarate, che si è riunito in assemblea nei giorni scorsi nell’ambito del Convegno dedicato al tema “Nazione, stato e società civile: la filosofia e l’unità d’Italia”.
Un comunicato che per esprimere pieno consenso ai contenuti e allo spirito delle relazioni che hanno sviluppato il tema del convegno e ne fa quindi motivo “di riflessione per un rilancio della democrazia nel nostro paese, in conformità ai principi fondamentali sanciti nella Costituzione italiana”.
Riportato così sembra un semplice comunicato di un gruppo di intellettuali che, provenendo da tutta Italia, si sono incontrati per approfondire ricerche e studi. Ma se a questa presa di posizione associamo anche interventi e sollecitazioni che vengono da più parti sul rispetto della Costituzione, spontaneamente ci sovviene una sollecitazione: la Costituzione va comunicata il più possibile. Tutti la devono conoscere. Ma proprio tutti.
E pensare che andando a scovare le prime azioni di Comunicazione Istituzionale alla storia è passata la decisione dell’ex Presidente del Consiglio, Giovanni Spadolini, di regalare copie della Costituzione agli studenti.
Anni fa partecipai come relatore in India ad un convegno su etica, comunicazione e responsabilità e citai alcuni articoli della nostra Costituzione. Mi colpi, subito dopo l’intervento l’abbraccio di un collega dell’Università di Bangalore che si congratulo per l’altro profilo ed il pensiero lungimirante dei nostri costituenti. Accadde nel 2004 e da allora ad ora la comunicazione della Costituzione è ancora un tabù.
Uno dei maggiori filosofi italiani del ‘900, Norberto Bobbio, proprio in riferimento al tema della responsabilità, intesa come la capacità dei cittadini di essere attivi in una società democratica, affermava: ”la democrazia sarebbe da definire come quella forma di governo che fa di ogni membro della società, in forma maggiore o minore, un individuo responsabile della possibile convivenza di ognuno con tutti gli altri, e quindi della permanenza e persistenza di una libera e pacifica società”.
E definiva altresì nemico della democrazia : “l’uomo massificato, costruito, come in uno stampo. Dall’influenza pervasiva, insistente, ossessiva, delle comunicazioni di massa”.
Nel nostro Paese i temi della solidarietà e della responsabilità sociale, hanno radici molto profonde. Basta divulgarlo. Farlo sapere.
La Costituzione Italiana rappresenta infatti l’espressione migliore del confronto culturale e politico delle diverse anime del mio Paese all’uscita dalla Seconda Guerra Mondiale, uno sforzo di modernità ed equilibrio che vede sanciti principi importanti:
Cito ad esempio l’articolo 2: “ La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia nelle formazioni sociali ove svolga la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”
Articolo 4: “ La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.”
Ed ancora l’articolo 41” l’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”
I valori della responsabilità e della solidarietà nelle sue diverse espressioni, il diritto/dovere di ciascun cittadino a partecipare alla crescita della società, così come il diritto di fare impresa e il dovere di indirizzarla a fini sociali, rappresentano alcuni dei fondamenti su quali è organizzata la società italiana. O dovrebbe esserlo.
Per questo in tanti richiamano la Costituzione. Per questo tutti dovremmo conoscerla e divulgarla. Il più possibile.