Una nuova moda, molto diffusa, senza limiti di età. Gli audio messaggi su Whatsapp in dialetto siciliano. Sarebbe davvero bello collezionarli, archiviarli, risentirli per capire come la creatività della nostra isola può sovvertire ogni aspettativa. L’operazione è molto più semplice e avvincente che scrivere un messaggio, che magari viene stravolto dalle correzioni del famoso T9. Se vi capita di vedere persone con lo smartphone a filo di labbra che parlano uno slang della città o provincia di provenienza che si esibiscono in simpatiche “note vocali” (così si chiamano tecnicamente) evitate di osservarli, perché rischiate di metterli in imbarazzo. Registrano ovunque: nei bagni pubblici, sotto i banchi di scuola, al ristorante, in stazione o aeroporto.
Operazione veloce e indolore. Non serve cercare le parole. E’ il linguaggio corrente, spesso anche scurrile. Non si pongono certo il problema che altri dovranno ascoltarlo e magari lo faranno incautamente i temerari, senza pensare che dall’altra parte qualcuno ha esagerato. In realtà si tratta di pensieri in libertà, come vengono definite in una ricerca telefonate a pezzi e anestetizzate. Non manca certo la parolaccia che può essere usata come intercalare o ad inizio o conclusione del messaggio vocale. La più usata è minchia o i suoi derivati, a secondo appunto della località di provenienza. Non ci sono limiti negli audio messaggi in vernacolo. Qualunque argomento può essere oggetto. Ma anche il tono è importante. Si può aumentare o diminuire la cantilena. Accompagnare il tutto con pernacchie o sottofondi musicali. Insomma si rischia di dare il peggio. Derive linguistiche e nuove emozioni o depravazioni. Persino chi ha inventato le backdoor per violare la crittografia di Whatsapp non sarà contento di ascoltarle. Durano pochi secondi. Ma ascoltarli davanti agli altri può creare seri imbarazzi. Anche se sei in auto con amici e hai il bluetooth collegato alla radio. A volte può essere decisivo per distruggere dei rapporti….