Pubblicato su: La Voce di New York
Tutto scorre
Ma erano uniti prima? I leader dell'UE al Consiglio europeo nel dicembre 2019, poco prima della scoppio del coronavirus
12 Apr 2020
"L'Europa sarebbe diventata di fatto un popolo solo; viaggiando ognuno si sarebbe sentito nella patria comune... Tale unione dovrà venire un giorno o l'altro per forza di eventi. Il primo impulso è stato dato. Dopo il crollo e dopo la sparizione del mio sistema io credo che non sarà più possibile altro equilibrio in Europa se non la lega dei popoli".
Ora questa cosa l'aveva detta Napoleone Bonaparte. Aveva altre grane, non il Covid 19. Ma ne era fortemente convinto. Tra le mie passioni, mai nascoste, c'è sempre stata quella di scoprire quanto Napoleone oltre che imperatore, condottiero, stratega o sciupafemmine, fosse stato un buon comunicatore. Su Napoleone comunicatore o giornalista esiste ampia letteratura. Ma non voglio parlare di lui, ovviamente, ma di Europa.
E di quanto noi italiani in questo momento siamo delusi. Forse delusi è poco. Non lo siamo meno con gli Americani che abbiamo sempre amato. Non basta certo la telefonata di Melania Trump alla figlia del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per rimettere a posto le cose. Ma torniamo all'Europa. Il grande e compianto Aldo Moro sosteneva:
"Nessuno è chiamato a scegliere tra l'essere in Europa e essere nel Mediterraneo, poiché l'Europa intera è nel Mediterraneo".
Ora noi ora dopo ora ci rendiamo conto sempre di più che l'Europa che abbiamo sognato, quella Unione dei Popoli, non esiste e non esisterà. Perché anche quando tutti stiamo sprofondando, gli egoismi vengono fuori e c'è sempre qualche giornale di apparato che pubblica un editoriale per ribadire che i soldi che arrivano in Italia li gestisce la mafia. E con questo siamo pagati con gli interessi. Un collega ed amico dell'Università di Messina, uno storico che stimo molto, il professor Raffaele Manduca, in un suo intervento di poche ore fa sul quotidiano La Sicilia ha scritto giustamente che il "virus Covid 19 sta mettendo a nudo le diversità profonde, non si sa ancora fino a che punto componibili, con cui i diversi paesi fanno riferimento all'Europa... L'assenza totale di una visione comunitaria, un'attenzione alta alla polis europea come casa di tutti e non semplice recinto economico, sta così tracimando dalle discussioni politologiche e sociologiche sul terreno concreto della vita e della stessa probabilità di morte di migliaia di persone".
12 Febbraio 2019: il premier italiano Giuseppe Conte tiene un discorso al Parlamento europeo (foto
www.europarl.europa.eu/plenary/en/home.html
Da sociologo mi sento fortemente chiamato in causa. Il sentiment popolare, e non populista, voglio precisarlo, è fortemente antieuropeo. Tutti abbiamo sognato gli Stati Uniti d'Europa, tutti abbiamo creduto alla bandiera, all'inno, a quei palazzi di Bruxelles o Strasburgo, dove sarebbero state prese delle decisioni che avrebbero cambiato la nostra vita. In positivo, tutti abbiamo creduto. E invece i nostri rappresentanti, ben pagati e ben assistiti, stanno dando il peggio. Litigano, litigano e litigano mentre cresce l'onda sovranista che li seppellirà e che soprattutto seppellirà l'idea di quell'Europa dei padri fondatori che sembra sotterrata da burocrazia e campanilismi. Anche mentre la tragedia è in atto gli egoismi fanno salire l'ira anche di chi ha sempre creduto in una grande Europa, forte economicamente, militarmente. Un'Europa colta e senza confini, pronta a mettersi in gioco se c'è da raccogliere, ma capace di seminare, di condividere, di essere solidale.
Mi ha profondamente colpito quanto Michel Korinman ha dichiarato alla rivista Formiche.net. Professore emerito alla Sorbona, Korinman è stato definito uno dei padri nobili della geopolitica. Senza peli sulla lingua sostiene:
"L'emergenza Coronavirus potrebbe causare una psicosi collettiva globale, simile a quella del 1929, dalle conseguenze imprevedibili per il nostro mondo. Il tutto condito e complicato da una generale overdose di complottismo che non risparmia nessuno, dalla Cia, passando per il Frankenstein cinese, fino ad arrivare ai classici ebrei come George Soros e ai milionari come Bill Gates. E per fortuna Papa Bergoglio si attiene, ancora una volta, al suo ruolo invitandoci a pensare a come migliorerà il sistema politico e sociale nel futuro prossimo venturo... è certo che, passata l'emergenza sanitaria, l'economia di guerra sperimentata per superarla porterà profondi cambiamenti. Cambierà l'assetto geopolitico internazionale così come l'abbiamo conosciuto fino a oggi".
Secondo lo studioso il grande errore è stato appunto quello di non aver saputo trasformare l'Europa in una potenza sovrana mondiale.
"Il modello di Ue è diventato insopportabile e insostenibile con la congiunzione delle crisi economica (iper-liberismo finanziario), demografica (l'Africa!), migratoria e di civiltà (l'Islam). Per esempio non è mai esistita una Europa della salute. Nello spazio UE muore con Schengen la libera circolazione delle persone sopraffatta dal ritorno delle frontiere nazionali".
Come dargli torno. L'Europa della solidarietà capace di combattere il virus assassino si è liquefatta. Non esiste e forse non esisterà. E l'appello di una grande cantautore italiano Ivano Fossati: "Ai giovani dico sempre siate europei e non italiani", non è proprio sostenibile oggi. Deve cambiare il vento, il ritmo. Devono arrivare decisioni vere o l'Europa non esisterà più. E l'Italia per forza dovrà tirarsi fuori. La calma è la virtù dei forti, ma non c'è più tempo. Perché la casa brucia e le chiacchiere non salvano le vite umane.
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