Non è bufala. Guideremo con il pensiero. E’ ufficiale! Una serissima azienda giapponese produttrice di auto e ha reso noto di avere allo studio la tecnologia Brain-to-Vehicle B2V, che permetterebbe di interconnettere il cervello umano con i comandi della vettura. Funziona così il cervello dei conducenti emette dei segnali che il veicolo è in grado di interpretare. Ora per favore non iniziate a ridere pensando al nostro quotidiano alla guida di un mezzo. Ad esempio mi chiedo, per quanto possa essere sofisticato questo marchingegno, come reagirà a tutti gli impulsi del cervello quando ci taglieranno la strada, non azioneranno quelli davanti a noi le frecce, quando ti trovi nella tua corsia chi parla al telefono senza auricolare, o si accende la sigaretta o cerca il cd nel porta oggetti. O ancora quando sei nei pressi di una scuola e ti imbatti in mamme spericolate che pur di portare, in ritardo, il loro figlio a scuola, pretendono di entrare con l’auto quasi in classe. O ancora penso alla nostra povera massa grigia quando sei in autostrada ed il camionista si addormenta e si piazza al centro della corsia di sorpasso a 70 all’ora. Questa tecnologia B2V, presentata la scorsa settimana a Las Vegas, prevede che il conducente indossi un dispositivo per misurare l'attività delle onde cerebrali. L’auto prevede le intenzioni e i movimenti dell'essere umano, e quindi gira il volante o rallenta il veicolo con un anticipo di 0,2-0,5 secondi sul conducente. Proposta: fate venire questi progettisti dalle nostre parti. Devono provare le nostre strade e incontrare i titolari di patente. Per favore! Non siamo giapponesi…