Come si viveva prima dei gruppi su Whatsapp di mamme e papà degli alunni di una classe? Meglio! Il tempo della fuga, verso uno strumento di comunicazione che poteva essere utile, se utilizzato consapevolmente, è iniziato. Le notifiche arrivano ad ogni ora del giorno e della notte. Basta un rimprovero della maestra che parte il messaggio sulla chat e si apre il dibattito. Possono intervenire mamme adirate, compiacenti, esaltate e ancora papà insoddisfatti o meritocratici.
Tutti in genere hanno una buona parola per i figli, comunque giustificati, e naturalmente hanno da ridire sull’insegnante, sul Dirigente Scolastico e persino sul Ministro ed anche sulla riforma della “Buona Scuola”. Il potenziale offensivo aumenta durante le gite, i compiti in classe, prima e dopo gli incontri periodici con i genitori. Fuoco e fiamme dopo le pagelle. I genitori partecipano ma si sentono sconfitti. Ma tutti possono dire la loro, mettersi in vetrina e soprattutto dare l’immagine più idonea per piacere sul gruppo di whatsapp. Dirigenti e insegnanti provati da questo strumento infernale. Gli alunni e le alunne, protagonisti e vittime. Un altro duro colpo al processo educativo ma in compenso girano video, foto, audio e video messaggi molto creativi. E’ possibile immaginare la vita senza chat dei genitori? Forse si.