La nave della Pubblica Amministrazione va. Nonostante il momento dell’antipolitica, i partiti in confusione e i cittadini-elettori che si sentono lontani dai palazzi del potere.
Eppure partendo dalle piccole cose i cambiamenti sono possibili. Ed ancora studiando le dinamiche di trasformazione nella politica locale scopriamo che esistono 3 tipi di sindaci. Per rappresentare quanto stiamo cercando di scrivere vi portiamo due esempi: un'ordinanza riscritta da un piccolo comune in provincia di Caltanissetta ed un nuovo libro ricerca che spiega come è cambiata negli anni l’immagine del Sindaco.
Andiamo con ordine. In questi giorni in un piccolo comune siciliano il sindaco del Comune di Delia, Calogero Messana, ha prima firmato, poi revocato un’ordinanza poco comprensibile, sulla raccolta differenziata dei rifiuti.
Il responsabile dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico (Urp) del Comune, Giovanni Proietto, ha riscritto di sana pianta l'ordinanza modificandola nel linguaggio e sottoponendola a varie verifiche prima della nuova firma del sindaco, e tra queste un test di leggibilità con la formula Gulpease (realizzato nell’ambito delle ricerche del Gruppo Linguistico Pedagogico). Il contenuto dell’ordinanza è lo stesso: modalità, calendario e sanzioni per i trasgressori. Cambia il linguaggio appunto: periodo brevi e frasi comprensibili anche per i cittadini più distratti. Poi la motivazione: ricca (come conferma lo stesso Proietto) ma non prolissa. Soprattutto chiara. Gli abitanti di Delia possono facilmente comprendere perché e come fare la raccolta differenziata.
Come abbiamo più volte scritto, anche con rammarico, in ricerche e testi, a poco è servita negli anni la battaglia del Ministero della Funzione Pubblica per combattere il burocratese addirittura già nel 1991 con la Legge sulla Trasparenza e nel 1992 con il Decreto Legislativo 29. Codice di Stile, commissioni varie. Ma il burocratese ancora oggi impazza. Anche se lo si può lottare anche con buoni esempi che arrivano dal Sud.
La seconda segnalazione invece si riferisce ad un volume, fresco di stampa, firmato dal professor Antonello Canzano, docente di sociologia dei fenomeni politici presso l’Università “Gabriele D’Annunzio”, intitolato: “Sindaci e giovani sindaci” (Franco Angeli) che rivela come nelle più importanti ricerche dagli anni 60 ai primi anni 90 l’immagine del sindaco ha assunto una forma diversa in relazione sia ai percorsi di carriera via via tracciati che al ruolo esercitato nello specifico ambito della politica locale.
Secondo l’autore Canzano dalle ricerche emergono almeno tre figure diverse: il sindaco notabile, il sindaco imprenditore per conto del partito e il sindaco primus et solus.
Ma oggi di che figura si può parlare? “Si può rispondere – spiega Canzano – solo contestualizzando il ruolo del sindaco all’interno di una rinnovata relazione centro-periferia e all’interno di uno spazio politico locale radicalmente modificato dalle riforme relative alla sua elezione, alle innovazioni intervenute negli Enti Locali e alla radicale trasformazione del sistema dei partiti. Sicuramente è possibile parlare di un sindaco imprenditore di policy quasi completamente departitizzato, posto al vertice del potere dell’amministrazione comunale, ma del tutto privo dei vecchi legami che caratterizzavano il suo ruolo. Rispetto a questo quadro, il giovane sindaco può essere considerato un parvenu oppure il rappresentante di una nuova generazione politica che si affaccia alla periferia del sistema con caratteristiche profondamente rinnovate”.
E le elezioni amministrative che si svolgeranno tra qualche giorno con il fiorire di centinaia di liste civiche confermano questo nuovo indentikit del sindaco che lo studioso Canzano traccia nel suo libro.
Nella sua riflessione il professor Canzano si chiede se i giovani sindaci saranno capaci di far meglio dei vecchi e se quindi sapranno dare un pizzico di fiducia ai cittadini molto distanti dai palazzi e dalla politica. Eppure bastano piccoli gesti per tentare di riconquistarli. Un'ordinanza scritta in italiano e non in burocratese. Promesse che non rimangono proclami elettorali ma che possono diventare concrete realizzazioni. Ma al momento di luce se ne vede poca…e l’antipolitica avanza.
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