Al sud capita di vedere spesso la sposa di bianco vestita e lo sposo in riva al mare, dopo esser convolati a nozze con tanto di celebrazione del sacro rito, sulla riva di una spiaggia tallonati da un fotografo e da un cameraman che li riprendono in tutte le pose. Da qualche tempo però il valore aggiunto è un drone che sorvola la zona e dall’alto riprende gli sposi per creare un effetto multidimensionale del momento bellissimo. Ma si sa chi di drone ferisce, di drone perisce. E così accade che molte agenzie di investigazioni si sono attrezzate per scovare mogli o mariti infedeli, magari tra le braccia degli amanti, o in auto, o in fuga verso luoghi tranquilli, “pizzicati” dai droni. Negli Stati Uniti da un po’ di anni si dibatte sul tema. In Italia dove le leggi sull’utilizzo dei droni sono tra le più restrittive d’Europa, sono stati messi dei paletti, ma è vero che fermo restando alcune norme sulla privacy, è vita dura per chi tradisce. Il nome corretto del drone è (APR), mezzo a guida remota, privo di persone a bordo e può smascherare chi pensa di fuggire al controllo del coniuge. Non è facile pilotarlo. Il riconoscimento per l’operatore della qualifica di pilota, conseguito mediante lo svolgimento di un apposito corso presso strutture accreditate da ENAC o per riconoscimento di titoli posseduti (possesso di una licenza di pilota privato), e il superamento della visita medica presso le idonee strutture aeronautiche. La sorveglianza arriva dal cielo. Nessuno se lo aspetta. E la frittata è fatta. Quando siete con l’amante guardate il cielo.