Per dirla con Francesco Gabbani siamo nell’era degli “Internettologi” dove tutti “sono tuttologi col web, coca dei popoli e oppio dei poveri”. Ogni giorno basta aprire Facebook per vedere scorrere sulla home un numero incredibile di post con profonde riflessioni che spesso sono citazioni colte, mai dichiarate. E così vi capita di leggere frasi straordinarie scritte da persone normali, che dimenticano o con coscienza decidono di non rivelare il nome dell’autore.
E così mi è capitato di vedere una donna che conosco perdutamente innamorata (ma da pochi giorni) postare questa frase sul profilo del suo recentissimo amore : “Se per baciarti dovessi poi andare all'inferno, lo farei. Così potrò poi vantarmi con i diavoli di aver visto il paradiso senza mai entrarci”. Sono rimasto esterrefatto. In una società dove Zygmunt Bauman ci ha insegnato che l’amore è liquido, una manifestazione d’amore così forte ed efficace è impensabile. Non ho resistito ad entrare su google e digitare la citazione. E’ di un signore che si chiama William Shakespeare che trova il modo per confermare la sua universalità e immortalità. Citare Shakespeare è utile? No l’effetto social sarebbe stato totalmente vanificato. Il campionato delle citazioni colte può continuare. E’ molto social.