Già solo a riferire la notizia si rischia di provocare un vero trauma. Figuriamoci cosa accadrà quando i risultati della ricerca andranno a buon fine.
Secondo quanto riferisce il portale www.sanitaincifre.it esiste “una nuova frontiera delle App per smartphone” che potrebbe viaggiare all’interno della coscienza umana. Ne è convinto lo psicologo inglese Richard Wiseman dell’Università di Hertfordshire che “ritiene di poter manipolare i sogni a piacere attraverso un’applicazione. Wiseman sta lanciando un esperimento di manipolazione dei sogni che coinvolgerà migliaia di volontari. I partecipanti potranno scaricare un’applicazione che renderà il loro smartphone capace di individuare e bloccare i sogni negativi. Posato sul letto il cellulare sarà infatti in grado di rilevare l’immobilità del proprietario, che ne segnala lo stato di sonno, per far partire sottofondi piacevoli, con lo scopo di influenzare il sognatore, orientandolo verso situazioni oniriche positive”.
Immaginatevi la scena: torniamo a casa dopo una giornata pesantissima. Magari dopo un po’ di litigate miste a stress. Visto che si dice che i problemi del lavoro si lasciano fuori dell’uscio di casa entriamo sorridenti, ceniamo, poi andiamo a letto, dopo aver fatto una chattatina su Facebook, o aver visto un po’ di tv ed ecco che parte la musichetta dallo smartphone. Se facciamo brutti sogni o ancor peggio incubi, il cellulare cancella tutto.
Se invece grazie alla musichetta ci dilettiamo in sogni positivi tutto viene incamerato e magari possiamo anche rivederli.
In realtà l’esperimento prevede che catturato il sogno positivo, propiziato dalla musica leggera….l’App “emette un allarme delicato per svegliare il partecipante, che potrà descrivere il sogno fatto ad uno speciale database”.
Lo psicologo è convinto : “si può ottenere una buona notte di sonno e fare sogni piacevoli. Questo aumenta la produttività delle persone ed è essenziale per il benessere psico-fisico. Nonostante questo – ha spiegato Wiseman al quotidiano britannico The Guardian online – sappiamo molto poco su come influenzare i sogni. Ma questo esperimento mira a cambiare le cose”.
Ora il problema nasce, ammesso che si riesca ad orientare i sogni in belli e cacciare quelli brutti, su cosa noi inseriamo sul database, perché ad esempio se una moglie sogna un uomo che non è suo marito o viceversa, può verificarsi qualche problema in famiglia.
Altro che privacy. E questo proprio nelle ore in cui il Garante della Privacy, professor Francesco Pizzetti, ha raccomandato in un’intervista al blog nuvola.corriere.it di stare molto attenti in particolare sui social network in relazione a quello che si scrive, accentuando la differenza tra comunicazione e diffusione.
“Bisogna distinguere -sostiene il Garante Pizzetti – la comunicazione è interpersonale, può anche interessare un numero elevato di persone ma identificabili: la diffusione invece riguarda opinioni e informazioni rese accessibili a un numero indeterminato di persone. Nei social network il rischio di diffusione è molto alto. Si possono impostare politiche di privacy protettive per scegliere di comunicare solo con quel determinato gruppo di amici, ma sappiamo tutti che i social network consentono la ritrasmissione ad opera di altri e sono sempre potenzialmente strumenti di diffusione. Il consiglio da dare è sempre lo stesso: attenzione utilizzate i social network immaginando sempre che quello che state comunicando possa essere conosciuto da chiunque per un tempo indeterminato”.
Ora, non abbiate paura di sognare quello che vi pare, perché se non avete lo smartphone con l’applicazione del professore Wiseman siete a posto. Ma quando postate qualcosa su Facebook o Twitter o inserite qualche video su YouTube, occhio perché quello rimane…secondo Pizzetti per sempre…
Una volta si diceva che l’unica cosa che esisteva per sempre era l’amore. Oggi ci sono seri dubbi. Abbiamo però la certezza che i nostri post rimangono sul Web …per sempre...
Sempre una volta si diceva che è bello sognare…Ora che i sogni si potranno condizionare, caricare sullo smartphone e orientare con un’applicazione…anche quelli li mettiamo in seria discussione. Resta una possibilità: sognare ad occhi aperti. Fino a quando non collegheranno un’applicazione dello smartphone alla pupilla…siamo liberi…