E’ davvero singolare il nostro rapporto con il Bancomat. L’ispirazione per scrivere questo articolo me lo ha dato il dettagliato racconto di un mio amico sul suo profilo Facebook. Un difficile approccio con la macchina che eroga i soldi e con cui spesso litighiamo.Un dialogo tra sordi. Lei parla e noi siamo costretti ad ascoltarla. Noi inveiamo, ci arrabbiamo, contestiamo ma tutto si conclude con un sospiro di sollievo quando ci concede, peraltro, i nostri soldi. In pochi secondi ti propone di tutto facendoti sentire davvero imbecille. Puoi comprare titoli, vedere mostre, consultare tutto lo scibile bancario. Ma tu vuoi soltanto prelevare quei contanti che ti servono per tirare avanti un paio di giorni.
Ma lei continua con quella voce insistente, quasi peggiore della signorina del casello autostradale o delle vecchie segreterie telefoniche. Ti mortifica. Ma tu sai che mai nessuno ascolterà il tuo disappunto. E se poi non è un Bancomat dell’istituto di credito dove sei correntista tutto peggiora. E allora provi a dare un pugno, ma poi pensi che c’è una telecamera, e ti fermi. Ma vorresti. E maledici le tecnologie e non aver tenuto i soldi sotto il materasso. Provi a dimenticare l’accaduto. Ma sei costretto a tornare da lei la macchina… che ti umilia.