Il 22% degli americani adulti che sono online (3 adulti su 4) è stato
coinvolto nella campagna politica del 2010 di midterm dai social network.
Anche in Italia la politica subisce il fascino della Rete, peccato però che
non la utilizzi per come dovrebbe essere usata.
Ora La net Comunicazione Politica viene analizzata nell'omonimo libro
scritto dal sociologo Francesco Pira, edito da Franco Angeli nella Collana
di Scienze della Comunicazione, diretta dai professori Marino Livolsi e
Mario Morcellini.
Già il sottotitolo da una prima risposta sul contenuto: Partiti, movimenti,
cittadini-elettori nellera dei social network. Nel nostro Paese i social
network sono utilizzati dal 58% dei politici italiani e in prevalenza da
giovani politici under 30. Sottolinea lautore: Se i social network
sembrano essere più graditi ai nostri politici tanto che un parlamentare su
tre è presente su Facebook, il modo con il quale si relazionano o per meglio
dire non si relazionano resta il punto centrale.
Secondo Francesco Pira, a tutti i livelli, politica locale, regionale,
nazionale, la Rete vive come strumento di supporto al marketing elettorale,
ma non svolge quel ruolo che sarebbe il suo naturale, per la costruzione
della partecipazione, discussione e rafforzamento, del consenso nel tempo.
Per la nostra politica è difficile pensare di entrare nella logica della
comunicazione in rete, dove non si è più fonte (soprattutto per i
giornalisti) ma uno dei nodi.
E mentre negli Stati Uniti i dati della ricerca Pew Internet rileva come
l11% ha scoperto sui social network per chi avevano votato gli amici, il 9%
ha ricevuto informazioni sul candidato o sulla campagna elettorale che
interessava, il 7% è diventato amico di un candidato ed il 7% si è unito ad
un gruppo politico e l1% ha usato Twitter per seguire i risultati
elettorali in Italia siamo lontani da questi numeri.
Oltre il 60% dei deputati e senatori (secondo le ricerca esaminate nel
libro) hanno attivato uno strumento di comunicazione on line. Tra i sindaci
il 62%. Ma i dati non devono farci illudere, secondo Pira: la politica
italiana non ha fatto propri i nuovi strumenti e modelli relazionali. Sono
ancora tante le ombre.
E anche il Regno Unito ha compreso limportanza dei social network durante
le ultime elezioni nazionali del 2010. Tanto che la Commissione elettorale
ha deciso di non affidarsi solo ai soliti depliant e alle cassette della
posta lanciando un messaggio su Facebbok ai ventitre milioni di utenti
britannici invitandoli a non disertare le urne. E lo stesso Presidente Usa
Barack Obama per lanciare la sua candidatura per le Presidenziali 2012 ha
scelto ancora una volta il messaggio senza mediazioni, inviando ai suoi
sostenitori che si erano registrati nella campagna elettorale scorsa un
video via sms e e-mail in pieno stile viral marketing.
Ma nelle conclusioni lautore spiega quale è lo scenario attuale e quello
possibile. Per Pira, la Rete non attira la politica ma piuttosto
lantipolitica. Il rapporto di leader e partiti con il web, al momento, è
quello di un gioco che non determina con certezza consensi. E quindi
lintero eventuale utilizzo va discusso, ri-discusso, capito e ponderato.
Come in quel vecchio film della commedia italiana Tenente pigliamocela con
comodo, i politici italiani e i loro collaboratori muovono timidi passi,
perché lItalia non è lAmerica e perché nonostante gli italiani connessi su
Facebook siano 20 milioni, di cui molti under 18, e quelli che utilizzano la
rete, appena la metà della popolazione. Quindi conta di più la televisione,
incidono maggiormente i giornali sullopinione pubblica, è opportuno fare un
lavoro sulle radio.
In pochi hanno compreso che i social network sono utili se fanno parte di
una comunicazione integrata e quindi sono parte importante della strategia,
al pari di altri mezzi. Ma soprattutto è necessario ritrovare letica della
politica, uscire dalle logiche della politica scandalistica, dal linguaggio
populista per approdare ad un modello comunicativo relazionale, nel quale ai
messaggi siano consequenziali gli atti. Certamente il tutto organizzato
allinterno di una strategia comunicativa ben progettata.