Nove adolescenti su dieci hanno il cellulare. Ed il 18% dei bambini possiede un telefonino. Il settimanale Gente in un’inchiesta commenta i dati dell’Istat intitolato Infanzia e vita quotidiana con un ampio servizio, intitolato “Come sono cambiati i ragazzi di oggi” firmato da Francesco Vicario.
Secondo il docente di comunicazione e relazioni pubbliche dell’Università di Udine, il sociologo, Francesco Pira: “si tratta di soglie sottostimante. Il cellulare viene dato ai figli giovanissimi al Sud, dove è più percepito il pericolo sociale, per tenere i ragazzi sotto stretto controllo”. Ma è sempre un bene? “No perché significa alimentare un rapporto a distanza, che manca sempre più della componente umana”.
E poi c’è l’altra faccia della medaglia: “ sempre più genitori si fanno spiegare il funzionamento del cellulare dai figli, che sono nati con la tecnologia, la masticano di più. Ma questo porta ad un sovvertimento dei ruoli: papà e mamma non conoscendo il mezzo, non sanno come controllarlo. Ecco, perché sarebbe il caso che gli educatori capissero un po’ di più di tecnologia, per non abdicare al proprio ruolo di guida”.
Diversa la ricostruzione di Anna Oliviero Ferraris, psicologa dello sviluppo dell’Università La Sapienza di Roma: “ i figli maturano sempre un senso di emulazione verso gli adulti. Se sanno usare il telefonino è perché respirano questa tendenza tecnologica soprattutto in casa. I cellulari sono anche la passione dei grandi. Sono loro ad avere inventato lo stereotipo del cellulare status symbol. Nonostante questo però le regole vanno date, “soprattutto per evitare situazioni sgradevoli come i cellulari che suonano in classe, fenomeno ancora più grave se tutto questo succede in terza elementare”.
Sempre secondo ha appurato l’inchiesta, un ragazzo su quattro, secondo quanto rivela il giornale, tra i 6 e 10 anni si connette alla rete ogni giorno, sia da casa che da scuola.
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