(di Susanna Berti)
Campo d’autore, 1° festival del libro d’autore, vede protagonista del terzo appuntamento Francesco Pira, giornalista pluripremiato - l’ultimo premio ricevuto lo scorso mese a Firenze per il saggio “Legalità e Pubblica Amministrazione: più trasparenza grazie alle nuove tecnologie”, nell’ambito del concorso La Legalità conviene”- ricercatore esperto di social network, insegnante all’Università di Udine e consigliere Nazionale dell’Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica, con il suo “La net comunicazione Politica”.
Siciliano, amico dell’Elba, autorevole ed insieme affabile, ha regalato un brillante e stimolante contributo culturale ai campesi ed ai loro ospiti, ad otto mesi esatti dall’alluvione.
Il suo libro fotografa il presente, parla dei social network, Facebook e simili, dei rischi e delle potenzialità che ne derivano. Parla di tutti noi, “protagonisti di un esibizionismo planetario che induce perfino i genitori a fotografare i figli e piazzarli in rete”, e di noi che ci illudiamo che avere tanti contatti in rete significhi avere tante relazioni ed essere meno soli.
Gli intervenuti ascoltano interessati, divertiti e amareggiati allo stesso tempo; Pira ha la capacità di spiegare cose complesse con un linguaggio semplice, perfino colloquiale, come solo chi ha la profonda conoscenza di un argomento sa fare. Usa un linguaggio coerente con la volontà di farsi comprendere, di essere un vero comunicatore, ed ascoltandolo ci sentiamo tutti un po’ più superficiali e poco coraggiosi.
Pira non ci invita a demonizzare la rete; anzi, essa può essere, ed è, anche informazione, cultura, relazione, a patto che si abbia la consapevolezza che rete significa anche bugie e calunnie che si diffondono con enorme rapidità. Ai giornalisti che oggi tendono ad acquisire in rete molte informazioni, spendendo quell’energia che andrebbe meglio impiegata sul campo, rivolge l’invito a non fare a meno di quelle verifiche che consistono nel guardare le facce dei protagonisti dei fatti ed odorare i luoghi dove i fatti si sono svolti.
Ed infine la politica. “La politica ha capito il potere della rete” – spiega Pira – “e tenta di servirsene per raggiungere i potenziali elettori, ma ora è il momento di scegliere se comunicare secondo le regole dell’etica, che significa trasmettere messaggi chiari, veritieri e coerenti ai cittadini, oppure continuare a fare propaganda, con parole che manipolano la gente, considerandola priva di spirito critico”.
Il libro, presentato alla Camera dei Deputati, “contiene una sorta di profezia” dice Pira, ovvero dicevo che “se la Politica non saprà inserirsi nei modi e con i contenuti adeguati sul web, quello spazio sarà presto occupato dall’antipolitica”.
L’antipolitica è fatta da quei gruppi che cavalcano il malessere degli Italiani, banalizza ogni problematica e lancia ipotesi risolutive discutibili, eppure in effetti, la confusione di valori, la difficoltà a comprendere gli obiettivi e la sfiducia in chi ci governa ci ha condotto ad una fase di antipolitica come Pira, da buon sociologo, aveva previsto.
La sfida di Pira a tutti noi è questa “I cittadini devono decidere cosa fare del potere che la rete ha restituito loro, il potere di condividere con altri l’angoscia in modo produttivo, trasformandosi in cittadinanza attiva; i cittadini di oggi hanno a disposizione uno strumento capace di far partire una coraggiosa rivoluzione che potrà divenire virtuosa ed inarrestabile, oppure ridurre il web ad un mero, triste “sfogatoio”.
Intanto anche il Papa ha suggerito ai parroci di utilizzare la rete per comunicare con i giovani, quei giovani ai quali, ci invita a riflettere Pira, “con i tagli alla scuola, alla formazione, alla sanità, stiamo togliendo anche la speranza di un futuro dignitoso”, e del disagio che prova a confrontarsi ogni giorno con i suoi studenti disillusi ha messo umanamente al corrente noi tutti, in un certo modo tutti responsabili dell’attuale situazione.
Foto Giò Di Stefano