Siamo noi che controlliamo il web o è il web che controlla noi?
di Maria Laura Bisulca, Alessia Cipolla, Aurora Guida | 19 dicembre 2016
Siamo noi che controlliamo il web o è il web che controlla noi? Proprio da questa domanda ha preso avvio l'incontro con il professor Francesco Pira, sociologo, giornalista e docente di comunicazione presso l'Università degli Studi di Messina, che si è tenuto al Liceo Classico Empedocle con gli studenti della terza C, impegnati nel laboratorio di giornalismo web curato dal giornale Malgrado tutto nell'ambito del progetto Alternanza Scuola Lavoro.
L'incontro ha toccato diverse tematiche, che avevano tutte in comune la rete e i suoi effetti tra le nuove e le vecchie generazioni, e delle quali Francesco Pira è uno dei più autorevoli esperti e studiosi italiani.
Nel corso del dibattito è emerso come i social, al giorno d'oggi, non siano più solo uno spazio attraverso cui è possibile divulgare un sapere o apprendere, ma anche un luogo dove spesso i giovani assumono un'identità per non sentirsi estranei e emarginati dai propri coetanei. Gli effetti di questo fenomeno possono essere in molti casi devastanti, come la cronaca di tutti i giorni racconta, portando ragazzi al suicidio, a causa del cyber bullismo, e genitori alla disperazione. Se da un lato i giovani si aprono al mondo dei social, dall'altro si chiudono verso i propri genitori i quali si trovano del tutto impreparati e impotenti di fronte a una situazione più grande di loro.
Ormai si vive tutti online sin da bambini. E' stato infatti constatato nel 2014 che il 38% dei bimbi di età inferiore ai 2 anni ha già usato un dispositivo mobile, che il 70% dei ragazzi italiani è connesso attraverso uno smartphone, il 31% di 13enni è vittima di cyber bullismo e il 26% degli adolescenti sostiene di essere stato oggetto di sexting. Questi ultimi due dati sono i più preoccupanti.
Il sexting, spesso poco conosciuto tra gli adulti, è invece una pratica abbastanza diffusa tra i giovani. Questo consiste nell' inviare, ricevere e/o condividere immagini o video inerenti ad atti sessuali e, attraverso smartphone o tablet, diffonderle in rete. L'altro dato riguarda il cyber bullismo che consiste nell'infastidire, imbarazzare, schernire la vittima pubblicamente attraverso i social. Questi due tipi di violenze sono difficilmente controllabili per via della loro rapida diffusione sulla rete attraverso social come Ask.fm e Facebook, che conta 1,09 miliardi di accessi giornalieri da parte dei suoi utenti.
La completa apertura dei giovani verso il web, fa si che questi rendano partecipi i loro followers anche dei propri sentimenti, delle proprie emozioni e di ogni loro attività e spostamento. Questa pratica è alimentata anche da innumerevoli App che, attraverso la loro funzione specifica, vengono utilizzate dall'utente, nel corso della sua giornata, con scopi differenti e ben precisi: dall'App per fare shopping online a quella che conta i litri di acqua bevuti in un giorno.
Infine l'incontro con il Prof. Francesco Pira si è concluso con l'impatto che ha avuto internet nel mondo del giornalismo. Quest'ultimo infatti si serve al giorno d'oggi di strumenti digitali e di comune uso come i social, dando vita a processi mediatici, alterando la propria essenza di fondo: se infatti un tempo la notizia doveva essere verificata e le fonti attendibili con cronache di fatti realmente accaduti, oggi più che mai è consuetudine far diventare i rumors dei veri scoop.