“I social network hanno cambiato in maniera
radicale il nostro modo di relazionarci, rappresentano il fulcro della società
web 2.0. I comportamenti, le azioni, il linguaggio degli individui si sono
modificati proprio a partire da questi nuovi ambienti relazionali. Stiamo
assistendo ad un allargamento dello spazio sociale, che vede gli individui
sempre più alla ricerca di nuovi modelli rappresentazione e di condivisione”.
Lo scrive Francesco Pira in un articolo pubblicato sul numero in distribuzione da oggi della rivista della FERPI (Federazione Relazioni Pubbliche Italiana).
Secondo Pira: “assistiamo ad uno sgretolamento della forza comunicativa
dei partiti, che dovrebbe basarsi su contenuti, un sistema di valori chiaro, la
capacità di delineare una strada e tracciare indicazioni per il futuro. Ormai
da troppo tempo viviamo in un clima da campagna elettorale permanente, questi
quasi vent’anni di seconda Repubblica, hanno visto il perpetrarsi di un modello
propagandistico basato più sulle ferree regole del marketing elettorale che
sulla sfida per costituire una relazione forte con il cittadino.
E proprio l’avvento dei social network, il cambiamento epocale che ha
introdotto nei meccanismi relazionali degli individui la disintermediazione
della comunicazione, con tutti i rischi cui sopra abbiamo accennato, avrebbe
dovuto aprire una profonda riflessione sul ruolo dei partiti e sul modo di comunicare con i cittadini.
Dall’elezione di Obama del 2008 in avanti abbiamo assistito ad una forte
e continua penetrazione della Rete nella vita politica dell’occidente e non
solo. Ora più che mai la competizione politica si gioca sul web”.
Secondo Francesco Pira, autore del volume “La Net Comunicazione Politica” (Franco Angeli) già alla terza ristampa: “ la politica deve cambiare registro se vuole utilizzare nel modo migliore le nuove tecnologie: “immergendosi nella società, ciò significa anche confrontarsi con i social media, con la trasparenza che impongono e che devono saper guidare, perché non prevalga la tentazione di dare vita ad un mondo fatto di solo mi piace, dove si perde la capacità di analizzare e far capire e non si contribuisce alla creazione di un’opinione pubblica consapevole .
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